Le avventure di Eli e Leo

Yekaterinburg – Irkutsk (2-3-4-5 Settembre)

Sono le 23:06 e abbiamo lasciato Yekaterinburg da una cinquantina di minuti. In questo tempo ci siamo sistemati in cabina e abbiamo fatto i letti. Io è Leo questa volta siamo tutti e due in alto. Molto divertente.
Questa volta condividiamo la cabina con la signora Servj (o qualcosa di simile) e sua figlia Liza, di forse cinque o sei anni.
Accanto a noi c’è una coppia di francesi attorno alla sessantina. Loro sono partiti da San Pietroburgo e, udite bene, una volta arrivati a Pechino andranno in Tibet in treno. Lei dice che è il treno più alto del mondo! Io non lo sapevo, altrimenti avremmo allungato pure noi fino in Tibet! Alla prossima.
Io è Leo siamo andati a salutarli dopo che abbiamo sentito che parlavano francese. Leo ha detto che dopo il nostro viaggio, la Lonely Planet avviserà riguardo agli italiani grandi chiacchieroni.
Sempre nella nostra carrozza, ma dalla parte opposta dei francesi, c’è Alexei (più o meno). Lui è un geofisico e sta andando a lavorare in una piattaforma petrolifera nel nord della Russia. Lavorerà li un mese e poi tornerà per un mese dalla sua famiglia. Dice che ha studiato italiano negli Emirati e che li aveva due colleghi italiani. Ha detto che Leo assomiglia a Jean Reno. Domani mattina scende dal treno alle quattro.

Insomma, dei soggetti loschi e pericolosi di cui si preoccupava mia mamma, neppure l’ombra! Ma abbiamo ancora due tratte da fare, stiamo a vedere.

Passiamo alle informazioni pratiche. Come vi ho già anticipato, questa tratta la percorriamo in due giorni e mezzo. Scendiamo la mattina del cinque settembre alle 8:00, dopo aver spostato in avanti le lancette di due ore. È il terzo fuso orario che cambiamo.

13:00 (orario di Mosca)
Abbiamo appena fatto una sosta a Omsk. Una cittadina che sta vicino al confine con il Kazakistan. Dalla stazione sembrava molto graziosa, perché era pulita ed ordinata e perché l’edificio centrale era dipinto di bianco e acquamarina. Questo colore in realtà era ripreso un po’ da per tutto, facendone il segno distintivo della città. Siamo scesi per prendere una bottiglia di acqua e un piroski (quelle torte ripiene). Non era un gran che perché era fredda, ma non ne è rimasta neppure una briciola.

Lo scenario da Yekaterinburg ad Omsk era caratterizzato da grandi foreste di betulle e enormi paludi. La cosa interessante è non c’erano molti animali. In uno degli stagni più grandi ho visto tante papere, nella foresta un falchetto e tre oche che volavano. Sicuramente il mio occhio non è abituato a identificare gli animali di queste parti.

Le foreste di betulle sono ancora tutte verdi, ma si vede che stanno cambiando colore, perché ci sono delle macchie gialle e rosse. Il rosso però, non è il rosso ruggine a cui sono abituata io, è un rosso intenso e acceso. In questo tratto abbiamo anche visto diversi aceri, che nella tratta precedente non c’erano. Alexei ieri ci ha detto che questo è il periodo più bello dell’anno proprio perché l’autunno trasforma tutto in una tavolozza di tanti colori.

Da Omsk in poi ho notato che le foreste si aprono per fare spazio ad enormi piantagioni di grano che è stato già mietuto.
Qui oggi fa molto caldo. A parte in treno, dove fa sempre caldo, quando siamo scesi a Omsk eravamo in ciabatte e canotta. C’era un sole caldo bellissimo.

Nel frattempo Liza ha fatto amicizia con il nostro vicino di scompartimento. Sasha, un bimbo di più o meno la stessa età che va in giro con una maglietta blu con degli elefanti sopra e delle calzamaglie, sempre blu, molto più grandi di lui. Sono troppo carini.

Sono le 9:00 di mattina del 4 settembre. Siamo oltre la metà del percorso che ci porterà a Irkutsk. Il treno sta facendo tappa a Krasnoyarsk.
Le foreste di betulle e abeti la fanno da padrone. Si perdono a vista d’occhio all’orizzonte. Non ci sono più vaste pianure, ma solo foreste fittissime. Ogni tanto si aprono per fare spazio a dei piccoli villaggi. Le case sono piccole, molto spesso ad un piano, al massimo due. Hanno dei tetti spioventi o, il più delle volte hanno la forma di metà di un ottagono. Ogni casetta ha il suo piccolo orto e dei depositi di legna.

Le stazioni dei treni delle città più grandi sono molto belle, nuove, pulite con bellissime porte di legno massiccio, scalinate di marmo e granito. Le stazioni più piccole sono ben tenute ed ordinate con piccole aiuole di fiori.

In generale si vede che è tutto molto curato e ordinato.

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