Le avventure di Eli e Leo

Mosca

L’esperienza a Mosca è stata molto particolare. Appena arrivati non sono rimasta molto colpita. L’aeroporto non è proprio efficiente, il servizio informazioni è alle partenze, invece che agli arrivi. Non mi sembra molto sensato.
All’inizio i Russi mi sembravano un po’ rudi e scortesi. Comunque siamo arrivati all’ostello e appena lasciati i bagagli siamo usciti a fare un sopralluogo della città. Via Arbat, dove è situato il nostro ostello, è molto carina, con bei palazzi e tante bancarelle.
Il giorno dopo siamo andati a visitare il Cremlino. Dopo interminabili file per fare i biglietti, per depositare lo zaino e per superare i controlli della sicurezza (che sono ovunque, dai musei alle stazioni metro) siamo entrati e abbiamo visitato la sala delle armature. Qui sono custoditi i tesori degli Zar:
i gioielli, i servizi di piatti, i vangeli, tutto decorato con perle, pietre preziose e rarissime, oro, tantissimo oro e argento e le famosissime uova di Faberger. Insomma, a questi russi piaceva proprio lo sfarzo e il lusso sfrenato.
Una sezione della mostra, era dedicata alle carrozze, enormi, decorate con affreschi e legni intarsiati, usate dagli zar e dalle zarine per i loro spostamenti più importanti. Una dei queste carrozze era una slitta, che mi sembra anche ovvio, visto il paese, ma a cui non avevo mai pensato. Con quella slitta, Caterina era andata a Mosca da San Pietroburgo in ben tre giorni, trainata da ben ventotto cavalli!
Purtroppo non ho nessuna foto di questi sfarzi, era proibito farne. Peccato.
Diciamo che dopo aver visto questi splendori, Mosca ha rotto il ghiaccio e mi ha letteralmente conquistata. Da qui ad innamorarmi delle enormi stazioni metropolitane, ognuna decorata secondo un tema diverso, le strade enormi, i locali dove si suona jazz e dove il servizio è lentissimo, perché cucinano tutto fresco, il passo è stato breve.
L’amore dei russi per lo sfarzo e il lusso è stato evidente in un centro commerciale in cui siamo capitati per caso. Il centro è proprio accanto alla piazza rossa, è enorme, molto glamour e patinato. C’erano tutti i marchi di lusso ed un’esposizione di macchine d’epoca e quadri. Il centro commerciale era organizzato in un modo che sembrava che si camminasse all’aperto nei corridoi centrali e che si potesse entrare nei caffè, nei negozi e nelle boutique che stavano tutti intorno. La cosa più originale era la musica, c’era il sottofondo di Harry Potter che gli dava un tocco di magico ed era quasi ipnotico. Abbiamo deciso di viziarci un po’ e ci siamo fermati in uno dei caffè per un gelato e un frullato di fragole. Tutto buonissimo!

La sera Ci siamo allontanati ulteriormente dalla base e siamo andati al museo dedicato a Bulgakov e il parco dove lui ha composto e ambientato una parte del “Maestro e Margherita”. Queste le nostre tappe serali prima di rientrare per la nostra ultima notte in ostello.
Alla fine Mosca mi è piaciuta tanto e vorrei tornarci per un po’, magari in inverno e magari andare al Bolshoi a vedere l’opera.
I moscoviti sembravano un po’ distaccati all’inizio, ma era solo una prima impressione. Loro sono curiosi e soffrono la barriera linguistica quanto noi, anche se poi non si pongono il problema di rimediarvi. Si sono dimostrati gentili e disponibili.

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